Anziani vittime di odiosi raggiri, colpiti nella tasca oltre che nei sentimenti più cari dopo aver appreso al telefono di un problema capitato a un figlio, a un nipote. Lo schema è collaudato: all’anziano viene richiesto denaro, in nome e per conto del congiunto impossibilitato a chiamare, in cambio della consegna di un pacco o per risarcire i danni causati dal parente (sempre impossibilitato a chiamare) per aver causato un incidente. Di colpi così ne sono stati messi a segno cinque in provincia di Foggia nell’ultimo anno, affermano i carabinieri della compagnia di Manfredonia che hanno sgominato una banda composta da tre persone. Dei tre soggetti, tutti già con precedenti specifici, si conosce l’età (1974, 1957, 1992), la provenienza (Napoli), le loro iniziali. Ma non sono state diffuse le loro foto che potrebbero avere una certa importanza sul piano investigativo: altre vittime, infatti, potrebbero aver subito gli stessi furti e riconoscendoli consolidare l’impianto accusatorio. Si tratta infatti di individui che con le loro rapine seriali hanno generato allarme sociale, introducendosi nelle abitazioni, facendosi consegnare denaro, ma anche oro e preziosi trovati in casa approfittando della debolezza di facili bersagli. Molto spesso per la vergogna o la paura di ritorsioni, sia le vittime dirette che le famiglie non parlano tanto facilmente di questi accidenti e il passaparola, che sarebbe utile specie nei piccoli centri ad allertare altri potenziali obiettivi, non funziona.
Per questo – riteniamo – determinati reati, una volta accertati, dovrebbero essere denunciati subito dalle forze dell’ordine. E invece in questo caso l’informativa viene diffusa un anno dopo i primi fatti accertati. C’è dunque qualcosa che non va nel modo di diffondere certe notizie, ci permettiamo di rilevare. I tre, stando alla ricostruzione dei militari, hanno messo a segno colpi in successione, quasi tutti nell’ottobre 2020, rapinando ripetutamente ultraottantenni nel proprio domicilio a Manfredonia (14 ottobre), Deliceto (17) e Castelluccio Valmaggiore (30). Una quarta vittima è stata rapinata nella sua abitazione l’8 maggio scorso a Castelluccio dei Sauri, infine l’ultima a Candela. Tutti con lo stratagemma della “finta telefonata”. Sarà difficile per le vittime recuperare il malloppo, trattandosi di furti in media di 3-4mila euro. Fondamentale a questo punto diventa perciò la prevenzione, se non altro per non essere beffati due volte. Non bastano gli appelli alla prudenza, l’allarme va lanciato subito. Oltretutto, nessuno può saperlo, ma chi ci dice che la comunicazione di ben tre furti in serie nello stesso mese, se fatta a distanza di poche settimane dalle denunce, non avrebbe scongiurato gli altri colpi?