Si spara tanto, troppo a Foggia e in provincia e adesso sono anche i ragazzini a metter mano al grilletto. Qualche giorno fa l’allarme (reiterato) del procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, dalle colonne della Gazzetta: «La criminalità dilaga dove lo Stato dieci anni fa ha chiuso sei presìdi giudiziari più il tribunale di Lucera, sette sedi su otto in totale». Se non è un principio di causa-effetto poco ci manca, l’allarme del magistrato trova risconto anche nel notevole arretrato nei processi – circa 13mila – e nella recrudesenza dei delitti in media più di uno al mese.
Ma ora il tema che dovrebbe più allarmare le istituzioni riguarda la deriva violenta dei giovanissimi, persino tra i minorenni si ricorre alle armi per farsi giustizia com’è accaduto ieri sera a Foggia (ne riferiamo a parte). Si spara anche per una sciocchezza, il delitto passionale sembra tornato ad essere un ricorso più che legittimo e naturale per avere ragione del rivale in amore.
La mancanza di sedi giudiziarie in provincia espone oltremodo la battaglia per il ritorno a una giustizia più di prossimità, al rischio di non essere più percepita come tale dai cittadini. Perchè dieci anni sono tanti quelli passati dal varo della «riforma» e in una provincia-regione come la Capitanata (la seconda per estensione più grande del paese), diventa difficile per i cittadini di Peschici, Vieste, Rodi Garganico dover percorrere in un giorno quasi duecento chilometri fra andata e ritorno per recarsi in tribunale a Foggia. Un problema questo sollevato a più riprese dagli avvocati garganici che assistono i propri clienti e avvertono in simultanea il distacco graduale dalla giustizia dei tribunali che si avverte in quelle zone.
Nel consiglio monotematico sul «caso Foggia» di martedì 22 scorso la questione giustizia è stata preponderante, ma la gran parte degli addetti ai lavori ritiene che sarà difficile il ripristino delle sedi giudiziarie chiuse e non si intravede una strategia politica univoca da parte dei partiti e dei rappresentanti politici del territorio affinché il ticket della chiusura delle sedi giudiziarie e l’aumento esponenziale di agguati e delitti divenga un caso nazionale. Nel corso della seduta consiliare il prefetto di Foggia, Maurizio Valiante, ha elencato una serie di dati su un’emergenza che parrebbe persino in ribasso rispetto agli ultimi anni: a Foggia i reati sono in calo del 4.3% (al 31 ottobre); a San Severo del 16%; a Lucera del 19.2%; a Manfredonia del 5.6%; a Cerignola unico dato in controtendenza con un aumento dei reati dell’11.1%.
Ma se i reati sono in calo, le classifiche sulla qualità della vita dicono tutt’altro: nel report di “Italia oggi” e dell’università La Sapienza di Roma, Foggia viene bocciata in 7 delle 9 sotto-classifiche e alla voce “reati e sicurezza” il capoluogo dauno figura al 103° posto su 107 posizioni (nel 2021 Foggia era al 100° posto). E’ la città prima per estorsioni, nonostante le denunce in tal senso siano pochissime (forse anche per questo si spiega il calo di reati); seconda per numero di omicidi in base alla popolazione; quartultima per furti d’auto. Uno scenario allarmante, di certo dieci anni fa i numeri non erano questi.