Mario Furore riporta Foggia nell’Ue, per andare dove?

Dal successo del «Campo largo» di centrosinistra al bis dell’europarlamentare Mario Furore, la politica foggiana continua ad andare controcorrente nel panorama nazionale ed europeo. E sempre nel segno dei 5 stelle, il partito-feticcio che domina gli umori dell’elettorato con i suoi simboli più visivamente riconoscibili: l’ex premier con la «pochette» Giuseppe Conte (immagine cara dai tempi del Covid a tante signore di mezza età) e il suo delfino Furore che ne incarna ormai lo spirito dell’alter ego.

Al di là delle considerazioni sulla «caduta libera» del movimento grillino fondato dal comico ormai dato per disperso (oltre 2 milioni di voti andati, dal 15 al 9,9 per cento), va portato all’incasso un risultato storico per questa città: non è un lusso da poco potersi dotare di un europarlamentare di riferimento e per ben due legislature consecutive. I precedenti più recenti di Salvatore Tatarella (tre legislature dal 1994, ma inframmezzate) e di Elena Gentile (fino al 2019) appaiono sbiaditi ricordi di un mondo politico e culturale continentale che ha visto mutare in questi cinque anni più volte scenari e prospettive di sviluppo dopo la pandemia e ora davanti al nuovo preannunciato scossone della destra antieuropea.

Dunque in uno scacchiere che vede accrescere sempre più i suoi elementi di influenza sui ventisette stati membri, quale ruolo potrebbe riscuotere Furore con Foggia nel cuore? L’europarlamentare 35enne ha dalla sua l’esperienza del primo mandato e la chance di poter alzare il tono della flebile voce foggiana. «Ora sa dove si trova il bagno», dicevano alcuni sostenitori l’altra sera davanti al comitato di corso Vittorio Emanuele. Ma il giovane deputato, dopo aver completato il rodaggio, potrà esercitare più compiutamente il suo ruolo di portabandiera delle istanze del Sud (la sua circoscrizione) e foggiane, se riuscirà con il suo gruppo a collocarsi nelle coalizioni che contano nell’emiciclo di Bruxelles/Strasburgo.

Nella precedente legislatura i 5 stelle avevano una collocazione per così dire «trasversale», nel gruppo EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta) privi di un’identità di schieramento governativa e collocati sotto le insegne ideologhe “Populismo Ambientalismo Euroscetticismo moderato Progressismo Decrescita Democrazia diretta E-democracy Anti-corruzione Non-interventismo”. La vera battaglia per il movimento italiano, che vede scendere da 14 a 8 la rappresentanza euro parlamentare sarà quella di entrare a far parte della grande famiglia europea socialista, lo schieramento come si è visto anche in Italia più politicamente affine, per riscattare un ruolo più incisivo in vista della alleanze che si andranno a incardinare intorno al Partito popolare europeo che, nonostante gli acciacchi, continua a rappresentare l’architrave della politica europea.

A Foggia la bussola politico-elettorale sembra invece definita e il ruolo di Mario Furore sempre più strategico, testimoniato dall’incremento di voti nella sua città: 16.025 voti, circa 2mila in più rispetto al debutto nel 2019. Così a “Mario dal sorriso largo”, già spin-doctor della sindaca Episcopo, è riuscita un’altra ciambella con il buco. Fa bene Foggia a tenerselo stretto. 

 

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