Il treno «scansa» Foggia, ma la politica non sa che piangere

Tanti saluti alla provincia di Foggia, un altro treno la scanserà: si mettano l’animo in pace tutti gli indignati a orologeria che oggi gridano allo scandalo e domani chissà. Non si fa così, vero? Ebbene è invece proprio così che va il mercato, bellezza. Si chiama concorrenza e la provincia di Foggia, regina del turismo pugliese, non è attrattiva come altre mete dello stivale. Bisognerebbe farsene una ragione e provare a invertire la rotta e invece ascoltiamo soltanto piagnistei, proteste con il ministero, interrogazioni e bla bla.
Piuttosto non si comprende come sulla scelta di un collegamento veloce e senza troppe inutili fermate, incida anche una certa fascinazione dei luoghi. Questo treno estivo nasce evidentemente con l’intento di raccogliere e incanalare una specifica domanda: il treno FS TTI (treni turistici italiani) viene infatti lanciato come un razzo nei luoghi del G7, un collegamento (dal 18 luglio) destinato a raccogliere un dividendo assicurato in termini di flussi vacanzieri, di presenze turistiche sia a beneficio della compagnia che degli stessi albergatori e dei territori coinvolti.

Non è la prima volta, non sarà l’ultima. La breccia del resto fu aperta nel lontano il 28 giugno 2017 dal Bari-Roma, il collegamento diretto «aggiuntivo e non alternativo» voluto dal sindaco d’Italia, Antonio Decaro, per portare prima nella Capitale i businessman baresi senza quell’impiccio dei 12’ minuti in più necessari per entrare nella stazione di Foggia. 

Adesso c’è invece il Roma-Bari-Lecce, roba di gran classe e che salta a piè pari la Capitanata e pure la sesta provincia Bat. E’ il treno della “riccanza” diretta nel conclamato Salento, chiamatelo pure “treno glamour” dalla Capitale giù giù fino al tacco di quella “Puglia ridens” consacrata dai Grandi della Terra riuniti un mese fa a Borgo Egnazia e dintorni, ma che aveva già manifestato indizi inequivocabili di una pretesa nobiltà con le masserie superlusso e i pasticciotti leccesi. 

Ci mancava solo Vespa con le sue adunate di ministri e presidenti di Regione a mettere il sigillo a quella che è ormai una certificata doppia visione dell’emisfero pugliese. 

E’ questa la Puglia del G7, la regione a doppia velocità: di qua Bari, la Valle d’Itria, certamente Borgo Egnazia con il celeberrimo Salento. Di là tutti gli altri. Non c’è nulla di che stupirsi come fa in queste ore invece la politica locale nel tentativo di una rabberciata reazione. Del resto Trenitalia intercetta il flusso dei vacanzieri “cinque stelle” già diretto verso il turismo delle case bianche, dei panfili e dei campi da golf. 

La reazione semmai andrebbe organizzata diversamente, non strepitando ma costruendo una proposta vincente. E qualche segnale in tal senso non manca, anche se la politica pensa solo a far caciara. C’è da capirli: è più facile, regala 5’ di celebrità e qualche titolo sui giornali. Ma, statene certi, finita la burrasca si tornerà al punto di partenza. Del resto il Bari-Roma è vivo e vegeto e nessuno se n’è mai più preoccupato.

Binario vuoto: Foggia e la provincia Bat non avranno i treni turistici

 

 

 

 

 

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