Sviluppo e coesione, per i consiglieri già in campagna elettorale

Fondi di sviluppo e coesione, ma quanti miliardi per la Puglia. E quanti ammanchi già si segnalano… Occhio e croce sarebbero già saltati qualcosa come 70-80 milioni solo in provincia di Foggia. Che poi su 6,5 miliardi sarebbero bruscolini, roba da ladri di galline. Eppure spulciando le varie e complesse tabelle dei 400 progetti pugliesi i conti non tornano. Sulla provinciale 109 Lucera-San Severo, il casus belli sollevato dal consigliere regionale Tutolo, sono saltati i 27 milioni necessari per il completamento. E le Ferrovie del Gargano non si ritroverebbero più una quarantina di milioni per lavori già pattuiti. E meno male che il governo aveva preteso dalla Puglia uno schema dettagliato, il braccio di ferro con la Regione era andato avanti per mesi sull’inopportunità di un elenco in overbooking. 

I numeri però hanno la bellezza di parlar chiaro. E così l’occhio attento è subito caduto sui finanziamenti per il completamento della Maglie-Leuca, 230 milioni postati su un’opera già finanziata con fondi statali tanto è vero che l’Anas ha appena consegnato i lavori sul terzo lotto. Ma quella è la strada del ministro Fitto, se ne parla da decenni come di un’incompiuta nel mezzo del tacco d’Italia. E’ anche considerata tra le strade più pericolose in assoluto, lampanti dunque le ragioni d’urgenza: pura coincidenza che proprio quello fosse l’appalto a cui teneva forse di più il potente vicepresidente esecutivo della Commissione europea.

Così non è uno scherzo da poco, la grana oggi scatenata da Tutolo sugli FSC. L’ex sindaco lucerino, barricato in consiglio regionale per tre giorni, chiede conto alla Regione di quell’elenco dettagliatamente consegnato a Palazzo Chigi e il bello è che stavolta si è tirato dietro una protesta bipartisan: la stessa domanda viene adesso posta dal leghista consigliere regionale Joseph Splendido e dai sindaci di San Severo (centrodestra) e di Lucera (centrosinistra) e dal presidente della Provincia, sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti. E la rivolta dei peones non finisce qui.

«Quell’elenco si può cambiare – dice fiducioso Tutolo – fino a quando il Cipess non pubblicherà la delibera tutto può ancora succedere. La firma con la Meloni serviva solo per i giornalisti…».

Il fatto nuovo è che stavolta quel testardo di Tutolo, che inscena proteste plateali almeno una volta l’anno, non è più solo. E per la Regione potrebbe diventare un problema dover spiegare ciò che forse diventa antipatico a posteriori dover dettagliare. Il tono requisitorio di Emiliano in consiglio chiarisce il senso dell’ammonimento: «Riaprire tutto adesso sarebbe un gioco al massacro».

Ma il problema (per noi comuni mortali) è che questa montagna di soldi sia piovuta nell’anticamera della campagna elettorale 2025 che ha scatenato in consiglio la solita bagarre clientelare: un campetto di qua, un finanziamento di là di cui godrebbe persino un’università privata. Tutolo il “censore” dice che non demorderà, ma la sua è un’amara constatazione: «E’ stata violentata l’ennesima opportunità per la Capitanata».  

La firma a Bari il 29 novembre 2024: da sinistra il ministro Raffaele Fitto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente della Regione Michele Emiliano

 

 

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