«Il mattone vivo e vegeto», i costruttori alla riscossa

«L’edilizia a Foggia è viva e vegeta. Abbiamo fatto in sei mesi ciò che non è stato fatto in trent’anni». Manco la bocca devi aprire…, i costruttori danno sulla voce a colui che un tempo fu il più in vista di loro. Per Eliseo Zanasi più volte al vertice di edili, cassa edile e oggi di nuovo di Confindustria, è infatti arrivato il momento di uccidere quell’ideale che non c’è più e di dichiarare la morte presunta del business delle costruzioni. Così nell’ingorgo di Natale, le scaramucce in Confindustria raggiungono vette di un paradosso assoluto. 

Ricapitoliamo a beneficio degli amanti dei botti di fine anno: mercoledì 18 il presidente degli industriali (in scadenza), aveva elaborato il lutto parlando di «fine del mattone»: sempre più case invendute, crisi di liquidità delle imprese, poco lavoro in circolazione. Tra molta verità e anche tanta nostalgia, era tuttavia sembrato scorgere il copione tipico del viale al tramonto: “Ai miei tempi…”. Sebbene si giochi proprio su questi contrappunti la prossima tornata elettorale per la presidenza fra due mesi. E dunque, bando ai sentimentalismi: Zanasi attacca a testa bassa e prova a delegittimare il suo vecchio fortino.   

Un po’ risentiti, piuttosto indignati, in fondo compiaciuti di aver individuato il nervo scoperto, i vertici di Ance Foggia e Puglia e della cassa edile sono perciò partiti all’attacco di quella previsione funerea nell’unico modo in cui avrebbero potuto farlo. Tirando fuori i dati: «1600 denunce di nuovi cantieri, 7 milioni di ore lavorate, oltre 1 miliardo di opere pubbliche programmate in tutta la regione più altri cantieri in arrivo nel 2025 dopo la firma del patto per la Puglia, 130 associati per 1500 imprese attive in Capitanata».   

A parte la bega tutta interna, ai cittadini sarà sufficiente sapere che il mattone tira ancora e che anzi (informazione di servizio), le imprese sono in cerca di nuova manodopera: «Solo nell’anno che sta per finire la mia impresa ha assunto 90 persone», precisa Ivano Chierici alla guida di Ance Foggia.   

Ma allora, il manrovescio di Zanasi? Per il terzetto di Ance Gerardo Biancofiore (Ance Puglia), lo stesso Chierici e Michele Gengari (cassa edile) non c’è contrapposizione rispetto a Confindustria. Ma con Zanasi sì. «La rottura è personale – ammettono all’unisono – non ne condividiamo la gestione fin qui tenuta e i metodi».

Gengari accenna il «totale restyling» ordinato in Cassa edile da quando è subentrata la nuova stagione di Ance. E che i costruttori potrebbero tornare a fare i… costruttori in Confindustria in vista del voto, proprio come ai tempi di quando Zanasi faceva il bello e il cattivo tempo lì dentro. 

Ma non basterà qualche numero per fermare il ruggito del vecchio leone. La battaglia – vogliamo chiamarla di potere? – è tuttora aperta. Il cavallo di Troia del presidente si chiama Tito Salatto, imprenditore della sanità privata, che sembra sulla stessa lunghezza d’onda di Zanasi. L’Ance però non ne fa una questione di nomi, par di capire che Salatto ai costruttori andrebbe anche bene. E’ la «governance» da cambiare, i metodi di gestione.  Capito l’antifona?

La conferenza di Ance Foggia 

 

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