Occhio di falco sui nostri aeroporti

Lasciateci le nostre paure, non adesso pure gli uccelli… Davvero dobbiamo sentirci minacciati dagli stormi viaggiando in aereo? L’incidente di Muan (Corea del Sud) sulle prime è stato attribuito ai volatili che avrebbero mandato in fumo uno dei due motori del velivolo. L’indagine dovrà però accertare cosa è accaduto sul Boeing 737-800 in fase di atterraggio, i motivi della mancata apertura del carrello, l’elevata velocità (circa 350 km/h) con cui ha toccato terra e il punto di toccata sulla pista troppo avanzato rispetto alle procedure.

Ma tanto è bastato perchè lo spaventoso incidente (179 morti, 2 superstiti) suscitasse dosi di preoccupazione evidenti tra chi si è messo in viaggio in questi giorni e tra quanti si apprestano a farlo. Non siamo ancora alla psicosi, ma poco ci manca. E’ giustificabile l’insicurezza che ora pervade molti di noi quando prendiamo un aereo? Possibile che invece qualcosa non abbia funzionato nell’aeroporto sudcoreano o sul velivolo stesso?

Una volta c’era il falconiere, e per la verità c’è ancora a tenere alla larga i nostri aeroporti dallo «Bird strike». Ma non c’è solo il rapace a sorvegliare sulla tranquillità dei passeggeri. Negli aeroporti italiani il “Piano di allontanamento e mitigazione del rischio” attualmente in vigore si ritiene possa garantire adeguate misure di sicurezza per i passeggeri. «Perché poggia su un dispositivo molto rigido all’interno degli scali e anche oltre il sedime aeroportuale – afferma Michele Cimarrusti, vice direttore tecnico di Aeroporti di Puglia – un piano che prevede tempistiche adeguate. Ad esempio il taglio dell’erba assolutamente da non fare in periodi migratori, autunno e primavera, poichè dopo lo sfalcio vi è una maggior presenza di avifauna. Inoltre ogni sei mesi facciamo ispezioni all’interno e all’esterno dell’area aeroportuale, per verificare la presenza di zone che possano attrarre i volatili. Attenzione anche all’acqua di condensa dei condizionatori che attrae i colombi, dunque anche qui massima attenzione. La cosa importante è la prevenzione, poi arriva il falconiere che svolge una funzione altrettanto importante, ma successiva».

I falconieri sono personaggi romantici, che si aggirano negli aeroporti quasi inosservati all’attenzione del personale di servizio e dei passeggeri. Aeroporti di Puglia ha firmato con loro un contratto alba/tramonto che prevede, in genere 15’ prima di un decollo o un atterraggio, il sorvolo della zona da parte del volatile a caccia di ospiti indesiderati sotto quota trecento piedi (circa 90 metri). 

«Parliamo di un sistema ecologico che ci ha dato finora ottimi risultati – aggiunge Cimarrusti compliance monitoring manager di Adp – il falconiere sceglie il rapace da utilizzare a seconda della grandezza del velivolo sia in arrivo che in fase di decollo. E’ un’attività di prevenzione molto efficace, diverse le situazioni pericolose finora scongiurate anche perchè, va detto senza volere con questo suscitare ulteriori apprensioni, i “Bird strike” sono piuttosto frequenti in un qualsiasi aeroporto, ma per fortuna gli incidenti non sono così diffusi come si tenderebbe a pensare dopo aver visto l’aereo coreano schiantarsi sulla pista». 

—-

Il Boeing 737-800 che si è schiantato sulla pista di Muan, sotto un falconiere di Aeroporti di Puglia 

 

 

Tag: Nessun tag

I commenti sono chiusi.