Ci sono investimenti, al policlinico di Foggia, che in questo momento non possono essere effettuati. Dal potenziamento dei reparti, all’acquisto di nuove attrezzature mediche, è lunga la lista della spesa alla quale un direttore generale facente funzioni non può, o non potrebbe, dare esecuzione. Qualche mugugno si registra infatti tra i primari, qualcuno ha già provato a bussare alla porta della direzione generale ma è stato invitato a ripassare. In un mese, da quando cioè è avvenuto l’avvicendamento al vertice, di porte chiuse se ne contano già diverse. Polemiche tuttavia non se ne fanno, nel pieno di un «trapasso gestionale» (così dicono). Le cose infatti potrebbero cambiare «a breve», secondo i bene informati. Non resta che attendere. Già, ma quanto? E, soprattutto: in che modo la Regione pensa che una direzione generale senza pieni poteri di spesa possa andare avanti?
Ai primi di dicembre, come si ricorderà, il direttore generale Giuseppe Pasqualone si era dimesso dopo aver ceduto alle lusinghe della Manelli costruzioni, importante gruppo edile di Monopoli. Al suo posto la Regione ha promosso «DG» l’attuale direttore amministrativo Elisabetta Esposito attribuendole funzioni ordinarie. Siamo dunque in questa fase, avanti con l’ordinaria amministrazione. E se un direttore di struttura dovesse chiedere risorse aggiuntive compatibili con il processo di potenziamento della sua unità medica ma non pronto-cassa (dal centro trapianti, alla cardiochirurgia, alla neurochirurgia), servirebbe rifinanziare la spesa. Ma non con le responsabilità di un facente funzioni.
Parliamo di spese a debito, non coperte dal bilancio corrente, passibili anche di eventuale contestazione da parte della Regione e suscettibili di contenzioso con la Corte dei Conti. Questi i dubbi che aleggiano.
Forse dipenderà dalle festività natalizie e di fine anno se il secondo policlinico regionale, in piena espansione (è del mese scorso l’attivazione della cardiochirurgia), da quaranta giorni galleggia in questa sorta di limbo. La Regione potrebbe battere un colpo dopo l’Epifania. Per la verità l’assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, ha dimostrato in queste settimane di voler seguire molto da vicino la transizione tra vecchia e nuova direzione.
Al policlinico si prefigura così un ritorno al passato: accadde pure il 19 febbraio 2022 quando fu nominato l’ex DG Pasqualone, assegnato a Foggia con incarico commissariale dopo la traumatica separazione da Vitangelo Dattoli (13 dicembre 2021). In quella circostanza la reggenza dell’allora direttore amministrativo Ametta, a cavallo della fine dell’anno, durò circa tre mesi. Andrà così anche stavolta?
I primari non se lo augurano, i tempi di allora non sono paragonabili a quelli di oggi. Anche se, va detto, il compito di Piemontese si preannuncia più difficile con le elezioni regionali entro fine anno. Ricordiamo, a tal proposito, cosa accadde nel giugno del 2015 quando l’allora ex sindaco e prossimo governatore Michele Emiliano, invitò il presidente regionale uscente, Nichi Vendola, a metterlo al corrente sulle decisioni che una giunta prossima alla scadenza avesse adottato in materia di politica sanitaria. E se anche stavolta lo spoil-system (la successione con Decaro la più gettonata) dovesse limitare l’operatività dell’assessore Piemontese? E’ un altro dubbio che inquieta gli addetti ai lavori.
Si potrebbe allora adottare una soluzione-ponte: poteri commissariali alla Esposito, fino alle elezioni o almeno in attesa che il quadro politico si delinei. Così il policlinico di Foggia non subirebbe ulteriori battute d’arresto.