Non basterà essere degli imperdonabili narcisi per ripetere l’impresa di Juan Bernabè, il falconiere della Lazio, che ha fotografato e postato il proprio pene sui social previo allungamento chirurgico, venendone poi licenziato ed espulso con l’infamia dell’ingrato dal datore di lavoro. C’è un misto di boccaccesco e di voyeurismo, che forse in questa storia sono due opposti, tra gli indizi di una vicenda il cui pregio al momento è quello di aver prolungato le nostre risate già oltre le trentasei ore, oltre ad aver divertito il mondo intero tanto se ne parla.
Ma no, nun stiamo mica a parlà de Cicciolina, l’ha detto a chiare lettere Claudio Lotito, in un’intervista puntuta e indignata, involontariamente scolorita dal romanesco. Il presidentissimo biancoceleste, sotto sotto avrà riso pure lui, ma ha ragione da vendere: come la mettiamo con l’immagine di una società quotata in Borsa?
E’ però anche vero che tra tante nude e scosciate che si mostrano impunemente sui nostri smartphone tutti i santi giorni e a tutte le ore, scrollando messaggi e video su Tik Tok, Instagram e via via cantando, anche solo per sfinimento può sorgere il sospetto che la variante “peniena” possa aver catturato il gradimento di qualcuno? Dopotutto, provando a entrare nella testa di Bernabè, è come se il malcapitato avesse intercettato in fondo un bisogno: quello del suo e di altri come lui di mostrare un trofeo testè appena riemerso a nuova vita.
Non solo donne avvenenti (e a volte anche meno), insomma davanti al nostro orizzonte. Il povero Juan e il suo fido urologo Antonini, fotografati in posa fin dal letto d’ospedale dopo l’intervento «perfettamente riuscito», probabilmente avranno pensato al classico scherzo da buontempone stile “Amici miei”. In questo mondo che non ride più, prediamoci almeno il gusto di una risata crassa e irrispettosa e chissenefrega del buoncostume.
Magari dietro l’intemerata del pene più lungo ci saranno pure altre intenzioni, che non sia soltanto la legittima aspirazione a un sospiro più profondo. Il falconiere preso dalla smania di comunicare al mondo il suo sensazionale primato («due eiaculazioni al giorno») avrà pensato che il messaggio in un mondo così grigio sarebbe certamente valso l’annuncio urbi et orbi a mezzo social. Sul famoso urologo invece sono piovute le solite illazioni sulla fila da elenco telefonico adesso di potenziali clienti, nonché nuovi adepti, per un miracolo altrimenti ritenuto irraggiungibile.
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Juan Bernabè, spagnolo, con l’aquila Olympia