Lo stop modello «No Vax» per l’acqua del Molise

La regione Molise «non deve dare l’acqua ai foggiani», viene brutalmente ricordato ad ogni carenza idrica. A parlare così sono soprattutto ex consiglieri regionali, qualche scheggia del Pd locale (in alcuni casi coincidono con le stesse figure), tutti immediatamente pronti a coagularsi in una sorta di armata in stile “No Vax” dell’acqua non appena la diga di Occhito si svuota e manda nel panico gli agricoltori del Tavoliere. Problema noto da decenni, tornato alla ribalta nei primi mesi del 2025 dopo mesi di strisciante siccità sperando nella grazia di Giove Pluvio. Con una novità tuttavia non di poco conto, invocata dalle popolazioni e finora mai pervenuta all’orizzonte (potenza delle elezioni a ottobre?): la regione Puglia ha finalmente deciso di chiederne conto direttamente al governo nazionale. 

L’intervento di Palazzo Chigi dovrebbe sbloccare l’impasse politico-istituzionale con la regione Molise che sul tema fa spallucce, lasciando parlare i cacicchi locali. La Puglia però finora non aveva mai provato a forzare la mano, forse confidando in un ravvedimento della piccola regione dirimpettaia. Sbagliato. Nel frattempo il progetto ormai pronto da qualche annetto giace nei cassetti del Consorzio di bonifica della Capitanata. Un progetto semplice, di facile e immediata realizzazione: prevede la costruzione di una condotta lunga 17 chilometri fra la diga del Liscione (173 milioni di metri cubi ad oggi contenuti) e l’invaso di Occhito (41 milioni mc.) che invoca soccorso rapido per il momento però solo dalla pioggia. Tempo dei lavori stimati: 2 anni. Nulla a che vedere con le opere bibliche per la costruzione di un’altra diga. 

Forse è per questo che in Molise adesso temono che la Puglia faccia sul serio. E pensare che la condotta sarebbe un affare anche per la popolazione molisana e per l’agricoltura del basso Molise, ad oggi senza infrastrutture idriche. Le campagne intorno al torrente Saccione sono aride e interessate da problemi orografici di non facile risoluzione, l’acqua attraversa la piana ai confini con la provincia di Foggia e irridente scorre via senza poter incontrare i terreni. Ma i finanziamenti per la condotta (circa 100 milioni) sbloccherebbero anche i fondi per le opere idrauliche del vicino Molise. Gli stessi “No Vax” dell’acqua sono ben consapevoli del grado di arretratezza infrastrutturale fin dentro gli abitati di alcuni comuni, a causa dei «rubinetti a secco» a giorni alterni. 

E allora perchè questo stallo? Mai come in questo caso la politica ha l’occasione per dimostrare la sua capacità di sintesi a fronte di questioni ataviche e rognose. In questa vicenda si mescolano infatti egoismi localistici, interessi inconfessabili, rivalità tra comuni dirimpettai. E’ così che gli oltranzisti della trasfusione tra le due dighe possono tenere alto il senso di un orgoglio insensato, strumentalizzando un problema come l’acqua effettivamente sentito e che fa presa sull’elettorato più spaventato e in preda al qualunquismo più becero. 

Nel frattempo si stima che anche quest’anno dalla diga del Liscione potrebbero finire in mare poco meno di 200 milioni di metri cubi, ovvero tutta l’acqua inutilizzata dai circa 250mila abitanti della regione molisana. Siamo alla follia più totale. 

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L’invaso del Liscione (Campobasso)

 

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