Comunicare l’ambiente, un coraggioso esperimento

Le popolazioni oggi guardano con crescente avversione il proliferare dell’energia rinnovabile. Pale eoliche e pannelli fotovoltaici occupano vaste zone della Puglia e della provincia di Foggia, dov’è più alto il tasso di potenza installata pari a oltre 600 megawatt. Centinaia di agricoltori sono considerati i principali complici della diffusione sempre più spavalda di enormi distese di bracci metallici e di pannelli rivolti al sole che hanno contribuito a trasfigurare il paesaggio bucolico di una volta, avendo ceduto (non sempre al miglior prezzo) i terreni di famiglia e capitalizzato i guadagni. Tutti gli “altri” agricoltori, forse i più nostalgici o i meno scaltri, rimasti comunque a coltivare la terra, assistono allo «scempio» che si consuma davanti ai loro occhi e avvertono un senso di impotenza. 

Confronti che si consumano a distanza, sotto forma di visi corrucciati e di sguardi rivolti al cielo, sostanzialmente in un mare di incomunicabilità. Eppure agli uni e agli altri, così come a tanti cittadini comuni, basterebbe essere messi al corrente di un dato e di ciò da cui esso deriva per accorgersi del mondo che cambia: il 50% dell’energia che consumiamo in bolletta, dato impensabile fino a 5 anni fa, proviene da energia rinnovabile. 

Bisognerebbe che un’informazione di questo tipo diventasse di pubblico dominio non per sdoganare, sixt et simpliciter, il diritto all’installazione indiscriminata di pali e pannelli nelle nostre borgate. Ma perintanto per abbassare i decibel del dissenso su un tema che trova fieri e autorevoli oppositori, a cominciare dal critico di chiara fama Vittorio Sgarbi recatosi più volte nelle vallate daune a sostenere le ragioni di un’oppressione mascherata da progresso e che fa molta presa tra chi non mastica di certi argomenti (quasi tutti). 

Quel dato, se diffuso con maggiore dovizia di particolari, potrebbe dare una mano anche ai sindaci e alle amministrazioni pubbliche aiutandoli a sostenere con più fierezza le ragioni di territori ameni e incontaminati, vocati all’agricoltura più salutista quali sono in gran in parte le aree agricole di un luogo ancor oggi risparmiato dal degrado del suolo qual è il Subappennino dauno. Oggi sono proprio le posizioni di un mondo oscurantista e bigotto verso l’energia verde ad armare la mano dello Stato che su questi temi carica come un toro e agisce senza più concertazione con le autorità locali, finendo per autorizzare nuovi parchi in aree già sature come l’agro di Troia, nel Foggiano, dove non c’è più posto nemmeno per uno spillo. 

Tutto questo (e molto altro ancora) si chiama «Comunicazione ambientale», un tipo di linguaggio pienamente trasversale che invade il tessuto economico e sociale delle nostre città, coinvolge i cittadini in un nuovo protagonismo della sostenibilità declinata in tutti gli aspetti del nostro quotidiano: dal modo in cui diversifichiamo i nostri rifiuti, all’utilizzo dell’acqua dal rubinetto, alle varianti delle auto elettriche.

Ed è su questi temi che Aforis e RedHot, due imprese storiche dell’educazione ambientale e della comunicazione in Puglia, hanno deciso di unire le proprie forze, sotto la regia di Confapi Foggia, per avviare in Capitanata un processo di «transizione energetica» che di fatto diventa  anche un processo di «transizione della comunicazione ambientale – viene citato in una nota – per la quale molteplici e attuali sono i possibili ambiti di applicazione: gestione risorse idriche, rischio idraulico, cambiamenti climatici, qualificazione ambientale di prodotti e servizi, turismo sostenibile, marketing ambientale, gestione rifiuti, bonifiche, agricoltura ed agroindustria, parchi ed aree protette, beni culturali e paesaggistici, sistemi di gestione, modelli organizzativi aziendali, permitting ambientale, progettazione europea».

L’incontro si è tenuto nella sede della Confapi, presieduto dalla presidente Paola Parisi, alla presenza di Gian Maria Gasperi, fondatore del Gruppo Aforis, Leonardo Salcuni, amministratore unico di Aforis Impresa Sociale, Lorenzo Trigiani, amministratore unico di Red Hot, Giovanni Tamburrano direttore di Confapi Foggia. 

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Pannelli fotovoltaici immersi in un campo di grano nella campagna di Troia (Foggia)

  

 

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