L’invasione di miliardari indiani, sgradita a Portofino, è stata un esempio di bon ton invece a Vieste. Questione di stile, chi l’ha detto che i matrimoni dei miliardari sono tutti uguali? Benvenuti nella Perla del Gargano, oasi dei coniugi Gujarati, dove il principe dell’omonima casta ha impalmato la sua sposa Priya davanti a trecento invitati. Una festa sobria e colorata nell’oasi del “Gattarella resort”, tre giorni di banchetti, chiacchiere e nuove amicizie intessute tra i familiari dei due sposi di fronte all’isolotto stilizzato dalla testa di “Gatto” che guardava compiaciuto. «Una festa straordinaria, che abbiamo vissuto in prima persona – racconta Gino Notarangelo, amministratore unico del Gattarella resort – e che ci ha permesso di conoscere le usanze, i costumi, le consuetudini di un popolo dall’immensa cultura».
E pensare che solo qualche giorno prima, l’1 giugno, la festa prematrimoniale tra Anant Ambani (altrimenti conosciuto come “il re del ferro”) e Radhika Merchant, era stata bollata come una chiassosa ostentazione di pacchianeria e ricchezza smodata dagli abitanti di Portofino, dopo l’invasione della mitica piazzetta e dei ristoranti senza più un posto libero. Un’altra festa del genere, nel Ponente ligure, forse non se la augura nessuno. A Vieste invece sono arrivati gli indiani “più gentili” circa trecento persone che hanno colorato per tre giorni la collinetta dietro la baia di San Felice. Un bel colpo d’occhio le foto che promuovono l’immagine di un promontorio da cartolina ma, nonostante tutto, ancora poco conosciuto all’estero. Narrano che i coniugi Gujarati e tutti i loro invitati siano rimasti estasiati.
E’ lo sdoganamento definitivo del Gargano quale location privilegiata matrimoni originali? «Per celebrare matrimoni di questo tipo – risponde Gino Notarangelo – dai molti invitati, dove la socializzazione tra i rispettivi parenti e amici è parte integrante della festa, occorrono strutture capienti quali sono la maggior parte di quelle garganiche. Disponiamo di location immerse nella natura, in questo modo gli ospiti vivono il vero senso dell’accoglienza dei luoghi, si frequentano durante il giorno, hanno la possibilità di conoscersi e di restare insieme per tutto il tempo della cerimonia». «E’ stata una festa in piena regola, gli ospiti indiani hanno trovato diverse affinità con il Gargano. Ci accomuna lo stesso sentire a 5 sensi – aggiunge Maria Rosa De Palma responsabile internazionalizzazione – il gusto per il cibo, il profumo delle spezie, dei ceri aromatici e dei fiori, le musiche trascinanti delle danze, la vivacità dei colori, i tessuti morbidi e ricamati… Ma anche il sacro rispetto per gli elementi della natura: l’acqua, il vento, la terra, il fuoco che rimanda al sole nel cielo e al focolare domestico».