Si chiama finanza sostenibile, o «di serie b» secondo il semplicismo di qualche incallito drago di Borsa. Non si fanno soldi, insomma… E allora che affare è se poi viene proposto ai risparmiatori?
Alla Bcc di San Giovanni Rotondo pensano che sia un atto di lungimiranza investire, ad esempio, su tematiche quali la transizione energetica, oppure sulla sostenibilità circolare delle famiglie bisognose. Beneficienza, o quasi perché c’è profitto anche in queste attività. Del resto chi deposita i propri soldi sul conto corrente vorrebbe vederlo crescere il gruzzoletto, ma qui parliamo di un altro tipo di guadagno: etico prima, poi anche economico.
Sono temi coraggiosi per chi si occupa di banche, riconosce il presidente della Bcc di San Giovanni Rotondo Giuseppe Palladino che guida l’unico istituto di credito foggiano. Investire sull’energia green, sulla «neutralità climatica» entro il 2050 nell’Unione europea presuppone investimenti a lungo termine, ma anche un ritorno d’immagine garantito e poi anche economico. Il tentativo di estendere questi principi in ambito comunitario è stato fatto con il “Green deal” dell’ultima Commissione europea del governo di Ursula Von der Leyen, ma gli agricoltori – va detto – non l’hanno presa bene e il dispositivo mezzo smontato.
Ma l’Ue tiene il punto, sull’energia si gioca la partita del futuro. E anche sul benessere esteso delle famiglie ancora non ci siamo. Supportare allora i bisogni delle famiglie bisognose: solo un’opera di bene? E i risparmiatori locali, cosa ci guadagnano?
«La nostra banca di credito cooperativo è diventata un punto di riferimento su queste tematiche – risponde Giuseppe Palladino – siamo convinti, ma non lo pensiamo così soltanto noi naturalmente, che il transito verso nuove forme di business porti a un maggior numero di posti di lavoro ed a nuove potenzialità di guadagno alla portata di tutti. Quanto alla sostenibilità circolare, ricordo che investire 100mila euro in un fondo speculativo, oppure in una banca di credito cooperativo, metta l’investitore già oggi nella condizione di contribuire all’acquisto della prima casa a beneficio di chi ne ha bisogno, oppure può favorire la nascita di un maggior numero di posti di lavoro in aziende che promuovono la transizione ecologica. Non è creazione di ricchezza questa?».
Benissimo, ma sul piano economico l’investitore in soldoni cosa ci guadagna? «Non parliamo solo di beneficenza, ma di investimenti che generano valore: e il valore si genera su processi di medio lungo termine. Parliamo di tematiche quali la gestione delle acque, l’ambiente, la generazione di valore nel tempo. Vogliamo contrastare il luogo comune secondo cui la finanza sostenibile fa guadagnare meno della finanza tradizionale. La nostra Bcc si è ritagliata un ruolo di riferimento si queste tematiche. La riforma del credito cooperativo, cinque anni fa, ha permesso di tutelare meglio i risparmi dei cittadini partendo proprio da questi principi di finanza sostenibile. Abbiamo conosciuto un’epoca in cui le banche fallivano, oggi le nuove regole hanno stabilito un obiettivo principale garantendo la sostenibilità economica dei nostri creditori».