Acqua al limite, basta con l’esibizionismo muscolare dei soldi pronti

Il governo tira fuori 500 milioni di euro per combattere la siccità, ma in provincia di Foggia basterebbero poche decine di milioni per realizzare un’opera già pronta. E’ la condotta del Liscione, 17 chilometri tra la Puglia e il Molise, opera già progettata che attende il via libera della regione molisana. E invece siamo di nuovo in emergenza idrico-irrigua e capita spesso sotto il «sole belva» di ungarettiana memoria. In provincia di Foggia, nell’area agricola più estesa del Sud, il caldo d’estate supera regolarmente i 40 gradi. Gli effetti di questo maltempo all’incontrario sono dunque ormai ciclici, in media ogni 6-7 anni accade che non ci sia acqua a sufficienza per i campi, nonostante l’attenta programmazione del consorzio di bonifica della Capitanata. 

L’agricoltura quest’anno potrebbe subire un altro choc epocale se bisognerà chiudere l’esercizio irriguo prima del 20 agosto. Dalla diga di Occhito gli agricoltori prelevano ogni giorno acqua fino a 1,3 milioni di metri cubi per bagnare le distese di pomodoro e ortaggi. Diffuso anche il sospetto che più di qualche agricoltore possa aver azzardato i conteggi, piantando più del dovuto, pur sapendo della stagione siccitosa alle porte. 

Il rischio di un tracollo economico per le aziende è dietro l’angolo. Il prefetto di Foggia non potrà fare sconti: intorno a Ferragosto, sarà obbligato a disporre la chiusura dei rubinetti per preservare i consumi potabili garantiti dalla stessa diga sul Fortore. Gli agricoltori a quel punto dovranno prendere l’acqua dai vasconi che riusciranno a riempire e dai pozzi, se la falda non si è di molto abbassata dal momento che gli emungimenti già avvengono. 

Nel frattempo la politica mette sul piatto questa volta 500 milioni di euro per combattere lo stress idrico. E l’ordine del giorno proposto dal parlamentare foggiano Giandomenico Lasalandra chiede al governo di autorizzare la costruzione della nuova diga di Piano dei limiti, il potenziamento del potabilizzatore di Finocchito e la condotta tra la Puglia e il Molise. Troppa grazia. Ma sappiamo che così non sarà: il progetto della diga di Piano dei limiti giace nel cassetto dei sogni dal 1992.

E allora, piuttosto che portare ancora avanti progetti faraonici, non sarebbe più utile concentrarsi sulle soluzioni più spendibili? La condotta Puglia-Molise, 17 chilometri appena, poco più di cento milioni di euro da finanziare, potrebbe svincolare la diga di Occhito dai consumi potabili (60 milioni mc). 

Ma per quanto la condotta richieda tempi brevi per la sua realizzazione, sul piano politico tutto si complica tra le due regioni. Ci si accapiglia sul più bieco campanilismo, in Molise ogniqualvolta viene agitato il caso, spunta dal nulla un movimento di opinione trasversale al grido di «niente acqua ai foggiani» in grado di saldare ogni schieramento politico. Un’invettiva cavalcata fino in consiglio regionale, a prescindere dagli orientamenti politici (la Puglia, giunta di centrosinistra, ha avuto i suoi problemi con il Pd molisano).

Ci vorrebbe a questo punto l’intervento del governo, tanto più che sono già state stabilite misure di compensazione per la cessione dell’«acqua ai foggiani». Non sarebbe un esproprio di Stato in nome della ragion agricola della Daunia: l’acqua inutilizzata dal Molise, che peraltro finisce in mare, non sarà a costo zero. Ma anche il governo su questo tema balbetta. Dovrebbe subentrare a questo punto la politica, quella con la P maiuscola, a dirimere una questione complessa. E’ accaduto per decine di opere strategiche (Tav, Salerno-Reggio Calabria eccetera). E’ di questo che si dovrebbe discutere e invece… siamo ancora all’esibizione muscolare dei soldi finanziati dal governo. 

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La diga del Liscione, in territorio molisano: un progetto del Consorzio di bonifica della Capitanata vuole collegarla all’invaso di Occhito

 

 

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