Nel mondo degli ITS, dove i giovani tornano a contare

 

«Non metterete la tuta da metalmeccanico per andare al lavoro, sarete tecnici professionisti altamente qualificati», esorta il referente dell’ITS Cuccovillo, storica scuola di formazione barese all’ultimo salone Before. La precisazione fa da corollario a tutti gli incontri, si parla di grandi industrie meccaniche del distretto barese convertite da tempo alla meccatronica (Baker Hughes ex Nuovo Pignone, Bruno, Sitael, Masmec, Magna PT, Master Italy), alla ricerca di tecnici superspecializzati, il sospetto dei ragazzi al loro ingresso in sala si nascondeva tra le pieghe del sorriso speranzoso di chi cerca un lavoro. 

Sull’altra ala del padiglione 17, quello della Fiera del Levante di Bari riaperto dopo due anni a seguito delle tribolazioni del Covid, ci sono i ragazzi dell’ITS Itc Technology dell’Apulia Digital maker che indossano visori costosissimi e li porgono ai visitatori incuriositi, poi estasiati alla vista immaginifica all’interno. «E’ il mondo di domani che noi stiamo già attuando oggi: i nostri ragazzi sono richiestissimi nelle aziende dell’hi-tech», commenta Euclide Della Vista, presidente della fondazione prima sede a Foggia e ora con diramazioni in tutta la Puglia, a Roma e prossimamente Firenze. Il mondo di domani, già. Agli studenti neodiplomati o in procinto di esserlo, alle prese con il limbo generazionale (“continuo o cerco un lavoro?”), non par vero di ritrovarsi tra le mani una soluzione di vita.

E’ questa la sperimentazione 4+2, autorizzata dal ministero da qualche mese: diploma in 4 anni (chi è già al quinto può comunque inserirsi nel piano), più altri 2 di specializzazione teorico-pratica tra banco e stage direttamente con gli imprenditori che cercano nuovi profili per le proprie aziende. Apprendistato e assunzioni assicurate nel 90 per cento dei casi. Ed è consigliabile studiare, ragazzi: l’intelligenza artificiale, con la quale un po’ tutti ci stiamo già confrontando, non prevede vuoti di memoria del proprio passato scolastico. «La forza della nostra preparazione nel nuovo mondo sarà direttamente proporzionale al profitto conseguito con gli studi. Prendiamo la scrittura: il nostro testo scritto, la levatura di un discorso che prepariamo con l’aiuto dell’Intelligenza artificiale, dipenderà dalla qualità del nostro lessico. Credevo di essere fuorigioco nel mondo dell’Information Technology, avendo studiato greco e latino e di essermi diplomato al liceo classico. Ho scoperto invece di avere una marcia in più». Così parlò Fabio Viola, esperto di videogame, curatore del Museo del cinema di Torino e del “Lucca comics & games”, altra testimonianza da sottolineare al “Before”, il salone degli ITS (Bari, fiera del Levante 16-18 ottobre). 

Le nuove tecnologie sono già il presente e tutto lascia intendere che occuperanno sempre più il nostro futuro. Ma le tecnologie dominano la scena anche degli ITS e l’appuntamento barese ha svelato una realtà che può rimettere in circolo il meccanismo della formazione-lavoro di un tempo grazie alla lungimiranza e alla capacità di aziende competenti, già forti sul mercato, ma alla continua ricerca di una generazione di neoassunti da inquadrare e proprietari nel mondo delle produzioni.

E’ questa l’essenza del mondo degli ITS, parola che molti confondono ancora con i vecchi Itis (istituti tecnici industriali), ma che invece porta alla scoperta di nuove professioni e di nuova occupazione tra i giovani. Gli istituti tecnologici di alta formazione sono la risposta più concreta ai bisogni di nuova manodopera delle aziende e che sta diventando  La chiamano «densità digitale», è quel groviglio di tecnologie che ci permettono di affrontare il mondo dalla parte del nuovo che avanza. Lo sviluppo dell’e-commerce, ormai diffusissimo tra le nuove generazioni, ha aperto la breccia ed è il presupposto più pervasivo per commutare lavoro e hi-tech perché del commercio elettronico ne usufruiscono a piene mani giovani e anche i meno giovani. L’innovazione tecnologica galoppante guida il nuovo rinascimento economico, il mondo dell’istruzione diviene parte integrante di questo processo. A “Before” gli ITS hanno fatto sfoggio del loro entusiasmo, modello di collocamento nel mondo del lavoro dei giovani diplomati e anche per decine di neolaureati di ritorno (perchè l’università fa poco orientamento e ancor meno crea posti di lavoro). Gli studenti delle scuole superiori puntano gli ITS perchè sostenuti dalla crescita prorompente di un sistema d’istruzione che agevola lo “stare insieme”. Si è tanto parlato del rischio cui vanno incontro i nostri ragazzi di un’alienazione tecnologica che isola e non forma le coscienze. Questo sistema lo contraddice, sfonda una porta che si vorrebbe aperta: conciliare l’avanzata inarrestabile delle nuove tecnologie (nell’industria, nella ricerca, nel turismo, nel sistema culturale eccetera…) con il bisogno di confrontarsi, di lavorare in uno spazio comune. 

L’ultimo road-show, non resterà isolato: il salone degli istituti tecnologici professionalizzanti negli stessi giorni di Didacta (la vetrina internazionale della scuola), ha ottenuto il bisogno di visibilità che cercava. Di là l’istruzione classica, originaria e che dà forma ai talenti e ai professionisti di domani, di qua un modello di sviluppo che fonda il suo know-how sulla vicinanza con il mondo delle imprese e ne alimenta l’approvvigionamento di supertecnici già pronti a farsi largo nel mercato del lavoro.

Il connubio con l’impresa è la grande forza degli ITS e la sua ragione di vita.

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Euclide Della Vista, presidente di Apulia Digital Maker. In basso un «hackathon» di studenti in fase di progettazione 

 

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