Quale buona sanità se al Pronto soccorso manca il bagno

A volte la buona sanità viaggia sulle gambe fragili delle piccole idee. Come ad esempio la mancanza di un bagno al Pronto soccorso. Sembra incredibile, ma nel nuovo Deu del Policlinico Riuniti di Foggia per i pazienti in attesa in condizioni di emergenza-urgenza, c’è un solo servizio igienico sia per uomini che per donne. Servizi che peraltro mancano di tutto: dalla carta igienica, alle salviette per asciugarsi le mani, figurarsi se in queste condizioni può esserci il sapone. 

Ecco, si fa presto a parlare di malasanità e quella che abbiamo appena descritto è certamente una cattivissima sanità. Tanto più che si potrebbe evitare con un pizzico di attenzione in più da parte del personale in servizio, del primario di struttura, andando su su fino ai responsabili dei servizi della direzione per finire al direttore sanitario e al direttore generale.

Quella che pubblichiamo qui di seguito è la lettera scritta da un nostro affezionato blogger e può essere un buon esempio di civismo e cooperazione per dare una mano affinchè le cose migliorino, senza per questo buttarla in polemica o in accuse a prescindere. 

Michele Del Carmine, portato al Pronto soccorso in codice arancione, oggi per fortuna sta molto meglio. Ecco la sua testimonianza: 

«Io credo che non occorra evidenziare solo le negatività, ma cercare di essere obiettivi nei giudizi sulla sanità. Sono stato portato col 118 al pronto soccorso di Foggia, ambulanza arrivata dopo poco la mia telefonata. Avevo specificato nella telefonata che avevo male al petto e che sudavo in maniera eccessiva, ma arrivano un autista e un soccorritore. Non c’era il medico, l’équipe non era peraltro attrezzata per un elettrocardiogramma. 

Arrivo in Pronto soccorso, l’infermiera mi assegna il codice arancione: ma io poco dopo accuso un dolore più intenso al petto e chiedo aiuto. Così mi portano finalmente dal medico il quale, poverino, aveva davanti a sé una serie di pazienti, alcuni dei quali occhio e croce a mio avviso avrebbero potuto benissimo rivolgersi alla guardia medica. Questo, secondo me, uno dei problemi del sovraffollamento.

Dopo aver fatto immediatamente gli esami del sangue e un elettrocardiogramma, mi portano in uno stanzone con una quindicina di brandine, tutte occupate. Io rimango monitorato su una sedia con le rotelle di quelle poltrone tipo ribaltabili. In questa stanza ci sono uomini e donne di cui due pazienti psichiatriche. Alcune sostavano da giorni perché non avevano un posto libero per il ricovero, ma lì dentro mi è sembrato che venissero curate a dovere. 

E qui veniamo alla nota veramente stonata, un unico bagno per uomo/donna, senza la possibilità di potersi lavare, perchè manca la carta per asciugarsi e non c’è nemmeno il sapone. 

Il personale tutto, sia medico, infermieristico e gli operatori socio sanitari, sarebbe da premiare per la professionalità dimostrata, correttezza e gentilezza in una situazione davvero complicata. Ora comprendo perché molti cercano di essere trasferiti altrove, oltre al fatto che, rispetto al numero di persone che si presentano, il numero del personale è inadeguato. 

Altra nota stonata: come mai a Foggia non abbiamo la camera iperbarica? Lo dico perché mi sono trovato con una signora ustionata dallo scoppio di una bombola di gas che giornalmente viene portata a Bari per la terapia iperbarica con medico e infermiere a seguito. La domanda viene spontanea: quanto ci costa se si pensa ad esempio allo stress del paziente, al fatto che si toglie personale dal servizio per accompagnare la stessa e ai costi vivi di trasporto. Non so del perché non ricoverarla direttamente a Bari. 

Concludo dicendo che il Pronto Soccorso non merita le critiche che talvolta ascoltiamo. Ma con l’aggiunta di personale e un cambio di mentalità dell’utenza sarebbe una eccellenza».

 

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