Per sfuggire alla violenza di mariti e compagni maneschi, le donne a Foggia potranno rifugiarsi nei negozi. Troveranno un punto d’ascolto, anzi un «posto sicuro»: basterà infilarsi tra la clientela di un esercizio, confidare nel complice riparo dell’esercente (opportunamente informato, oltreché formato) per sottrarsi alle grinfie della cieca prevaricazione maschile? L’argine eretto da Comune e Confcommercio ha già il suo primo fortino nel bar Gocce di caffè di Alfredo Traiano, il figlio doppiamente trafitto dalle coltellate del papà assassino che il 21 febbraio 2003 uccise mamma Giovanna sul sagrato di una chiesa.
«Scelta quantomai simbolica – gongola Lucia La Torre presidente di Terziario Donna di Confcommercio – i negozi che presidiano la città con le loro luci e la loro vitalità, possono contribuire alla salvaguardia dei cittadini».
Comune e Confcommercio provano a fare squadra sul dramma dei femminicidi, l’assessore alla Legalità e Sicurezza, Giulio De Santis, confida di poter estendere l’iniziativa ad altre associazioni. Lanciare l’Sos e poter chiedere aiuto all’istante, o quasi, potrebbe essere un’opportunità e fungere da detonatore per sbloccare tante situazioni tenute represse in famiglia «per il quieto vivere». Le indagini della magistratura sui troppi fatti di cronaca a tema, rivelano come molto spesso le donne non denunciano i propri aguzzini perchè non sanno a chi votarsi, non hanno soldi per rendersi autonome, vivono in condizioni di arretratezza sociale e culturale comuni tra le fasce meno abbienti della popolazione.
La sensazione, tuttavia, è che il «posto sicuro» giochi d’azzardo sulla difesa delle donne, si fatica infatti a comprendere come i commercianti e con quali strumenti possano ergersi a scudo delle malcapitate senza disporre di apparati di sicurezza adeguati agli ingressi (a meno che non se li procurino), perchè il bruto che insegue è violento con la donna quanto con chi gli si dovesse frapporre davanti.
Esperimento che comunque andrebbe incoraggiato, un dramma nazionale da combattere con misure di contenimento efficaci contro la cieca e insensata rabbia della violenza maschile a difesa di mogli, sorelle, amiche, mamme vilipese dal marito, dal compagno o dall’energumeno di turno. Il numero dei commercianti che faranno del proprio esercizio un «posto sicuro» sarà rivelatore delle potenzialità di riuscita di un progetto ambizioso e sarebbe un grande segnale di civiltà da parte della comunità foggiana.
Comune e Confcommercio si pongono l’ambizioso obiettivo di ripristinare un senso di comunità nel centro cittadino, tentativo magari da estendere anche in provincia e sul quale per il momento si punta a coinvolgere «le altre associazioni di categoria, ognuno di noi deve sentirsi parte di una comunità e deve garantire il proprio contributo per una città più sicura», commenta De Santis. «I negozi, punti di riferimento nelle comunità – puntualizza il presidente di Confcommercio, Antonio Metauro – rappresentano uno spazio fisico di incontro, interazione e scambio, ma anche di protezione e supporto per la collettività. Per questo il loro ruolo non è solo quello di essere una pedina importante sullo scacchiere dell’economia locale, ma di presidio sociale e di sicurezza».
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Da sin. Lucia La Torre, Giulio De Santis e la direttrice di Confcommercio Stefania Bozzini espongono il marchio che comparirà sulle vetrine degli esercizi commerciali