Eolico selvaggio e rifiuti, il Tavoliere nuova «terra dei fuochi»?

Sono mafia anche i cumuli di ecoballe che vengono stivati nottetempo in capannoni abbandonati, le tonnellate di scorie industriali interrate fino a minacciare l’inquinamento della falda. La Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo ha sanzionato il nostro paese dopo 28 anni di omissioni: «L’Italia non protegge i cittadini che vivono nella Terra dei fuochi». E’ un precedente importante, magari ora potrebbe pensarci la Corte europea con un’altra sentenza a scoperchiare il pentolone che ribolle in provincia di Foggia. I rifiuti vengono smaltiti illegalmente e da tempo fra Orta Nova, Carapelle, Stornara, Stornarella, Cerignola. Saranno gli stessi rifiuti industriali, tossici e nocivi che un tempo la camorra interrava fra Caserta e Napoli per conto di aziende compiacenti e anonime?

Lo scandalo della Terra dei fuochi lo rivelò il pentito di mafia Carmine Schiavone nel 1997, ma quelle parole sono rimaste inascoltate dalle autorità italiane. Sono seguite le denunce di don Patriciello, i morti giovanissimi di tumore, la sollevazione della società civile campana che hanno indotto i clan a cambiare aria. Ora il nuovo luogo di smaltimento sarebbe la provincia di Foggia. 

E’ così che cumuli di monnezza se ne trovano ormai quasi ogni giorno nel mezzo dei campi coltivati, costringendo i poveri agricoltori a fare essi stessi pulizia perchè l’autorità non interviene se non per multare chi si è reso negligente lasciando quei cumuli al loro posto. I volontari di Civilis del generale Giuseppe Marasco pubblicano regolarmente le loro scoperte sui canali social. Il procuratore aggiunto, Antonio Laronga, parla di «fenomeno inquietante» e non nasconde le difficoltà finora incontrate dalla Procura foggiana per la difficolto di risalire ai responsabili: «Se arrestiamo l’autista del camion non abbiamo fatto niente…».

La provincia di Foggia, storico terminale della Campania, dunque area di risulta anche per i rifiuti della camorra, come lo fu in altre epoche per il “trasferimento” del pomodoro  nella piana del Tavoliere a causa della virosi nei terreni dall’agro Nocerino-Sarnese, oppure negli anni ’70 con i primi malavitosi della “Nuova camorra organizzata” di Raffaele Cutolo spediti nelle patrie galere di Foggia, San Severo, Lucera a cui si deve il primo germoglio da cui venne fuori la malapianta della mafiosa Società foggiana.

La seconda pianura più agricola d’Italia oltraggiata, svenduta, umiliato da una politica del territorio inesistente. Il comitato Masserie Santagatesi si batte, inascoltato, da almeno un decennio per il rispetto della sostenibilità ambientale sulle vallate dei Monti dauni, là dove  spuntano in continuazione nuove pale eoliche, spettacolo che dalla provinciale 101 si vede benissimo. Il panorama agreste delle distese di campi di grano è visivamente occupato dalle ventole sempre più gigantesche e che fanno apparire  minuscoli e indifesi gli agricoltori costretti ormai a convivere con il rumore del fruscio nelle orecchie.

«Siamo esasperati e offesi da una politica del territorio che non tiene conto delle segnalazioni di un’opinione pubblica affranta e sconcertata da un’invasione sistematica – si sfoga Giuseppe Maruotti, medico, fondatore con l’avvocato Antonella Russo dalla combattiva associazione -. Denunciamo da anni il rischio concreto dell’insorgenza di malattie tumorali, denunciamo l’esigenza che le autorità procedano con i controlli a tutela della popolazione. Il territorio di Sant’Agata di Puglia è stretto in una morsa: da un lato l’eolico selvaggio, dall’altro due centrali che producono energia elettrica. E quel che resta della coltivazione dei campi è una desolata condizione di impotenza e subalternità. Non ci stiamo a questa arroganza dell’esercizio del potere e non ci stancheremo mai di denunciarlo».  

Cumuli di rifiuti scaricati nelle campagne di Stornarella

 

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